CASTELLI DI LUNIGIANA

 

Queste sono note storiche di alcuni dei castelli presenti nella zona, qualche rudere,( troppi) ;  altri ristrutturati sono sede di musei o abitazioni private, alcuni offrono sale al pubblico per convegni e cerimonie.

 Attenzione le foto qui riprodotte sono tratte da un edizione dei primi del 900 ( Castelli di Lunigiana edizioni A. Cavanna )  e non corrispondono alla realtà attuale, queste,  le condizioni attuali le potrete sempre  ammirare in loco.

 

Sono disposte da nord ( Passo Cisa e confine con la provincia di Parma) a Sud ( confine con la provincia di Lucca) in una passeggiata ideale verso il Mare, in calce ci sono alcune note storiche sui Malaspina  note che vorrei  molto piu ampie ma mi rendo conto che per queste cose ci sono i libri di storia, peraltro che senso ha visitare castelli senza saperne la storia e i personaggi che ci hanno abitato?

 

 

Giovagallo                   

 

Attualmente si possono solo ammirare le rovine di questo feudo malaspìniano: anticamente il castello ospitò Alagia Fieschi, moglie del marchese Morello Malaspina e nipote di Papa Adriano V che, secondo la tradizione, convinse Dante a  portare a termine la Divina Commedia.

 

Grondola

 

II paese e il castello di Grondola hanno avuto una storia travagliata: nel XII e XIII secolo fu al centro di un'aspra lotta tra i Marchesi Malaspina, Pontremolì, Piacenza e Parma. Il motivo era la posizione strategica del suo castello, che ancora oggi sorveglia minaccioso la vallata del Verde dall'alto di un colle a strapiombo. Il suo possesso significava controllare le due vie che scendevano dall'Appennino, la via del Borgallo e del Brattello. I Malaspina fecero di Grondola un punto strategico della difesa contro l'espandersi del dominio dei comuni vicini, primo fra tutti Pontremoli. La fortificazione non era limitata al solo castello, ma comprendeva gran parte del territorio circostante, trovandosi proprio sul crinale che separa le due vallate del Verde e del Magra. I ruderi rimasti sono probabilmente appartenuti alla torre ricostruita nel 1271 dai pontremolesi, dopo la distruzione della fortificazione originaria.

 

Pontremoli

 

Questo centro dell'Alta Lunigiana, definito a ragion veduta "chiave o porta degli Appennini", è dominato dal castello del Piagnaro. Sorto probabilmente alla fine del primo millennio, era costituito inizialmente da un'unica torre di avvistamento e controllo della viabilità. Ricostruito nelle attuali sembianze tra il XIV e il XV secolo, è sede  dal 1975 del Museo delle Statue Stele, monumenti antropomorfi realizzati dai Liguri-Apuani nel periodo compreso fra la protostoria e la romanizzazione. Il nome Piagnaro deriva dal fatto che la prima localizzazione del complesso fortilizio era situata sulla collina dove si ricavavano le "pìagne", lastre di pietra utilizzate per coprire i tetti delle case.

Ora il castello del piagnaro è sede del Museo delle Statue Stele (da visitare!)

Orario di apertura: Estivo 1 Aprile - 30  Settembre: 9-12/15-18 Aperto tutti i giorni

                                 Invernale 1 Ottobre 31 Marzo: 9-12/14-17  Chiuso il lunedi

 

 

Filattiera

 

Filattiera Mediante l'atto di divisione dei beni effettuato dai marchesi di Malaspina nel 1221, Filattiera divenne capo delle dinastie marchionali della sponda sinistra del Magra, denominate dello "spino fiorito". Da quella data il feudo di Filattiera visse alterne vicende fino al 1549 quando il marchese Manfredi lo vendette a Cosimo I, Granduca di Toscana. Dell'antico castello malaspiniano non rimangono che alcune labili tracce: l'attuale fabbricato castellano ristrutturato risale al XV secolo.

( A Filattiera da visitare c'è  la Pieve di Sorano )

Rocca Sigillina

Rocca Sigillina, più semplicemente chiamata La Rocca, è nominata nelle antiche carte «Rocha Vallis Azzolinae». Valle Azzolini era l'alta valle del torrente Caprio, dove l'abitato sorge sopra l'erto sperone di un contrafforte appenninico alla confluenza del Caprio con il rio Cuccarello. Un'antica tradizione e molti atti storici, attribuiscono ad un certo Ser Azzo o Ser Atto del XIV secolo, la primogenitura di una signoria feudale minore che, come altrove in Val di Magra, traeva origine da antichi subfeudali dei marchesi Obertenghi e che riuscirono dopo l'XI secolo ad ottenere un grado di più o meno completa indipendenza. Un primo indizio della presenza di tale signoria nell'alta Valle del Caprio si ha nella stessa denominazione di Valle Azzolina, nonché in analoghe denominazioni che ebbero i luoghi dell'antico territorio della Rocca, come il sentiero dì Azzo, la fontana di Azzo. È facile comprendere, specialmente guardando la posizione strategica della Rocca, l'importanza di questo luogo: era la chiave di accesso della via di comunicazione che saliva da Filattiera, superava l'Appennino e scendeva a Corniglio per continuare verso la Valle Padana. La cosiddetta "Via Lombarda". Fu questa la ragione per la quale la Rocca divenne oggetto di contese e di lotte tra il Comune di Pontremoli, Parma e i Malaspina. Nel1 231 i Malaspina di Filattiera tolsero la Rocca a Pontremoli, questa si alleò con Parma, che addirittura conquistò la Rocca e la mantenne per altri 80 anni. Nel 1313, forse per istigazione provocata dagli stessi Malaspina, la Rocca si ribellò a Pontremoli e ricevette come signore Ser Atto uomo molto potente, in stretta amicizia con i Malaspina e i Lucchesi. Infatti da questi ultimi Ser Atto ricevette aiuti concreti in occasione della tentata riconquista della Rocca da parte di Parma avvenuta nel 1322, impresa che finì miseramente e che vide protagonista un figlio naturale dei Marchesi di Mulazzo, tale Canigiano Malaspina. Il dominio di Ser Atto continuò anche dopo la sua morte, con il succedersi della stirpe che vide un altro Ser Atto e il fratello Ser Alioto mantenere il possesso della signoria fino alla espulsione definitiva dalla Rocca della famiglia avvenuta da parte dei Malaspina nel 1357. Gli ultimi discendenti prima si rifugiarono nella Valdantena sotto il passo del Cirone e poi a Pontremoli, dove rimasero e continuarono ad essere potenti e rispettati. Tale Ser Atto, ultimo rappresentante della stirpe, fu uomo d'armi e Cavaliere Gerosolimitano, morì nel 1523 all'età di 86 anni e fu sepolto nella chiesa di San Francesco, dove erano custodite le tombe dell'antica nobiltà pontremolese.

 

 

Montereggio e Pozzo

 

Divennero feudo indipendente nel 1573: a Pozzo vi era l'unico palazzo marchionale, mentre a Montereggio fu costruito successivamente. Il marchese Galeazze viveva a Pozzo, non esercitando di fatto i suoi poteri feudali, lasciandoli ai suoi congiunti a Montereggio. Il castello di Montereggio presenta più la struttura di un palazzo posto alla testata del borgo: sul fronte nord, a dirupo sul colle, due semitorri circolari danno l'idea di un castello, mentre sulla facciata si trova il frammento dello stemma dei Malaspina. Ancora più tenui i resti del castello di Pozzo: conserva un elegante portale di pietra e la porta e le finestrelle dì un oratorio seicentesco, dove il signore poteva ascoltare la messa privatamente.

 

II Castello di Lusuolo e la Chiesaccia

 

Tipico esempio di borgo lunigianese, allungato sull'unica strada e caratterizzato dalle case con le caratteristiche terrazze ad aia, il Castello di Lusuolo ha una pianta rettangolare, con la corte interna e un massiccio torrione. Per la sua importanza strategica, a guardia della strozzatura della valle del Magra tra Villafranca e Aulla, fu più volte conquistato e distrutto. Ristrutturato nell XVII secolo e poi ancora distrutto ora recentemente ristrutturato è ora sede del Museo dell' Emigrazione delle gente di Toscana

Sotto il castello, sulla sponda sinistra del Magra, si trova la Chiesa di Santa Maria di Albaritulo, fondata intorno al XII secolo, e quanto resta dell'antico ospedale: questo luogo, chiamato dagli abitanti "La Chiesaccia", si trovava proprio nel punto in cui pellegrini e viandanti potevano guadare con meno problemi il corso del fiume.

Orari:  Sabato e domenica 9-12,30 - 16,30-19,30            dal 10 Luglio al 20 Agosto da Martedi a Venerdi 16,30-19,30.

 

 

Treschietto

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Situato sotto le pendici del monte Matto, conserva i resti del castello marchionale edificato nel XIV secolo da Giovanni Malaspina, che scelse la propria dimora nella torre centrale ancora imponente sopra il dirupo sul torrente Acquetta. Nel XVII secolo il castello fu il centro dei festeggiamenti organizzati periodicamente dal marchese Giovan Gasparo, immancabilmente culminati in orge alle quali erano obbligate a partecipare la più belle vergini del feudo: chi si opponeva veniva irrimediabilmente ucciso. Perciò la dimora del marchese, odiato da tutti, rappresentava il simbolo dell'oppressione e ha tramandato nei secoli un senso di inquietudine nella gente del luogo.

 

 

Bagnone,

Bagnone e il suo castello, passò nel 1221 sotto il controllo della famiglia malaspiniana dello "spino fiorito" di Fìlattiera. Nel 1339 tutto il feudo di Bagnone fu diviso nei tre distinti marchesati di Bagnone, Treschietto e Castiglione del Terziere. Fu occupato dalla Repubblica fiorentina nel 1471 e fece parte prima della Signoria e poi del Granducato di Toscana fino al 1796.

 

 

Castiglione del Terziere

 

Castiglione del Terziere sorge su un piccolo promontorio situato nella mezza costa appenninica e raduna intorno a sé i nuclei storici di Crovarola, Pieve, Vespeno, Noia e Greciola: dal 1351 divenne un feudo dei Malaspina autonomo, quindi dominio fiorentino e sede di un Capitanato di Giustizia.

Ospita il Centro di Studi Umanistici Niccolò V

   è possibile visitarlo su appuntamento telefonico o fax ;  Tel 0187429100 - Fax  0187429227

 

 

 Malgrate

 

Il castello di Malgrate sorge sopra la piana che collega Filetto, un antico borgo a forma di quadrilatero, a Villafranca e quindi al corso del torrente Magra. Anche Malgrate fu sede di un marchesato dei Malaspina indipendente dal 1351, fino a diventare nel 1641 possedimento dei Marchesi Aribertì di Cremona.

Ora finalmente ristrutturato è visitabile e nel periodo estivo è sede di iniziative culturali , concerti e mostre

Orario di apertura:Giugno - L uglio e Settembre   9, 30 -12,30/16,30-19,00 Chiuso il lunedi

                                 Agosto  9, 30 -12,30/16,30-19,00  Aperto tutti i giorni

 

 

Villafranca

 

 

 

 

 

Aulla e la fortezza della Brunella

 

Questa fortezza dominava il nodo viario con le sue batterie di cannoni. Fu la prima fortezza costruita con criteri studiati per accogliere le armi da fuoco e resistere agli attacchi. La fortezza, che si trova sulla collina coperta da un bosco di lecci, rappresenterà per molto tempo il simbolo del dominio sulla Lunigiana. La sua costruzione risale al 1500, iniziata da Giovanni dalle Bande Nere e terminata dal marchese Adamo Centurione.

Sede  del Museo Naturale della Lunigana

orario di apertura:

  Marzo >>Maggio Ottobre 9-12/15-18   Giugno >>Settembre 9-12/16-19     Novembre >>-Febbraio 9-12/14-17

 

 

 

                                  Podenzana                               

 

II castello di Podenzana, sottoposto a restauro dopo i danni provocati da un incendio verificatosì nel XVIII secolo, è sorto probabilmente già prima del 1000 sui resti di un luogo fortificato; ora presenta l'impianto cinquecentesco realizzato dai Malaspina al loro arrivo a Podenzana. Fu corte di vescovi e marchesi, considerata la sua posizione strategica sulla media valle del Magra, su Aulla e la fortezza della Brunella.

Tresana

 

Nasce come feudo nel 1559, dopo essersi staccato da Lusuolo, ma i resti di due imponenti torrioni lasciano intuire la presenza di un insediamento militare e amministrativo della via che scendeva dalla Liguria verso Aulla. Si deve ricor­dare specialmente perché il marchese Francesco Guglielmo ottenne dall'imperatore Massimiliano II d'Austria il privilegio dì battere moneta, apren­do così una zecca a Tresana.

 

 

 

Lungo la Valle del Taverone: i  castelli di Terrarossa, Monti, Licciana,Bastia e Comano

 

 

 

Risalendo la valle del Taverone, si percorre un itinerario che metteva in collegamento la Lunigiana con i territori di Parma e Reggio Emilia, ricco di castelli e fortilizi proprio per l'importanza che aveva questo tracciato.

Terrarossa, l'attuale Borgo novo, è situato nel fondovalle alla confluenza del torrente Taverone nel Magra: l'antico insediamento si trova sulla collina, costruito in posizione più elevata su un'antica via di comunicazione. Proprio nel vecchio borgo sorge il castello, realizzato nel XVI secolo; questa costruzione avrebbe dovuto essere la residenza dei Marchesi Malaspina, ma in seguito non fu completamente ultimato.

 

 

A Monti di Licciana si trova uno dei castelli meglio conservati della Lunigiana, da sempre dimora dei Malaspina e ancora proprietà degli ultimi discendenti della famiglia. Il castello, menzionato a partire del XIII secolo come dipendente da Filattiera, diviene dal 1355 dominio dei Malaspina di Villafranca, dal 1500 in poi feudo dipendente, fino ad entrare nell'influenza del Granducato di Toscana nel 1638. Dell'antica costruzione sono conservati la porta con le tracce del ponte levatoio, le due torri del lato nord e i resti delle mura.

 

 Licciana si snoda lungo l'unica via centrale e termina presso l'antica rocca malaspiniana, trasformata nel 1500 in un elegante palazzo. Tutto il borgo fortificato sorge nei secoli XI e XII sull'importante via del passo di Linari, che univa la Valle del Magra con il versante emiliano.

 

 

Oltre Licciana si devia a destra verso Bastia, riconoscibile dal fondovalle per il suo castello, costruito probabilmente nel XV secolo e di proprietà dei Malaspina di Villafranca. Questo fortilizio, costruito a difesa del borgo, è formato dalla rocca, detta di Santa Caterina, che si struttura in una pianta quadrangolare composta da quattro torri, all'interno della quale sorge un mastio centrale. Si prosegue deviando a destra verso Crespiano e la sua pieve romanica, dopo la quale si arriva a Comano, una stazione climatica che conserva i resti dell'antico castello medioevale. Situato in posizione dominante e risalente probabilmente al XIV secolo, è una tipica torre circolare, situata a controllo della valle: intorno alla costruzione attuale rimangono i resti del castello, documentato in mappe cartografiche risalenti al XVII secolo.

 

Fivizzano

 

Fivizzano, per molti secoli soggetto al castello della Verrucola, divenne alla fine del 1400 capoluogo di Capitanato e di Vicariato della Repubblica di Firenze e poi del Granducato di Toscana. Cosimo I fece costruire nel 1556 un ampio circuito murario con tre porte, tra le quali si differenzia per la pregevole rifinitura dei conci di arenaria di tipo "Modenese". Caratteristica della forma urbana è la piazza del mercato al centro della cittadina con la grande fontana della fine del 1600 dedicata a Cosimo III.

 

Casola in Lunigiana

 

: II paese di Casola in Lunigiana fu possesso dei Malaspina della Verrucola dal 1275, quindi podesteria lucchese all'inizio del XV secolo ed infine dominio fiorentino nel 1429. Lungo le strade del borgo si possono ammirare eleganti palazzi risalenti al XVI secolo, vicino ai quali sì sviluppano edifici utilizzati a scopo artigianale, specializzati nella lavorazione e tessitura della canapa,

 

Fosdinovo e il castello dei Malaspina

 

Citato la prima volta in antichi documenti con il nome di Faldenova, poi Faucenova e per ultimo Fosdenova, forse per il fosso scavato a difesa delle fortificazioni castellane oppure per il fatto di trovarsi sul passaggio (foce) che si apriva dal colle sovrastante verso la Lunigiana da una parte ed il mare dall'altra. La sua storia ruota principalmente intorno al castello; probabilmente esisteva già prima del 1200 un'opera di difesa, ma solo con un illustre rappresentante dei Malaspina, Spinetta, vissuto nel XIV secolo, il castello divenne il centro politico-militare dei feudi Malaspina dello "spino fiorito", sostituendo l'antica rocca della Verrucola. Ricordiamo questo luogo per la pace siglata all'inizio del XIV secolo tra il Vescovo di Luni e i Malaspina alla presenza del poeta Dante, che soggiornò nel castello, ma soprattutto per la sua posizione, unica in tutte le costruzioni presenti in Lunigiana.

 

Bìbola

 

Si trova alla sommità di una montagnola che domina Aulla e la bassa valle dell' Aulella rimangono solo i resti dell'imponente castello, sotto il quale si raccoglie il piccolo borgo. Di fondamentale importanza già in epoca bizantina (VII secolo) come punto nodale sulla via che da Luni portava a Levante passando dalla Lunigiana centrale, Bìbola fu fortificato tra l' XI e il XII secolo dai Vescovi di Luni. Gli attuali resti, dai quali si gode di una splendida vista, risalgono probabilmente al periodo che va dal XIV al XVI secolo.

 

Io termino qui la descrizione perché poi il territorio cambia ed esula da quella che è l'alta Lunigiana.

 

 

 

 

NOTA SU  ALESSANDRO MALASPINA

Alessandro Malaspina nasce a Mulazzo il 5 novembre 1754, terzogenito tra i figli maschi del Marchese Carlo Morello Malaspina. Nel 1762 segue il padre che trasferisce la famiglia in Sicilia e tre anni dopo viene inviato a Roma per compiere gli studi nel Pontificio Collegio Pio dementino, che completa nel 1773. Desti­nato, quale terzogenito, alla “carriera” eccle­siastica, preferisce invece la via del mare, pri­ma con i Cavalieri dell’Ordine di Malta e poi con la Marina spagnola, fino a diventarne uffi­ciale. Dal 1773 al 1803, per oltre 29 anni, Alessandro Malaspina parteciperà ad azioni milita­ri, nonché svolgerà esplorazioni geografìche e scientifiche in Africa, Asia e nelle Americhe al pari di altri condottieri del mare come Cook e La Peouse. Dal 1775 al 1779 compie il suo pri­mo viaggio oceanico a bordo della fregata “Astrea” con destinazione Manila, doppiando il capo di Buona Speranza. Nel 1785 effettua le sue prime rilevazione cartografiche nel Medi­terraneo. Dal settembre 1786 al maggio del 1788, Alessandro Malaspina è al comando della fregata “Astrea” per effettuare un viaggio commerciale nelle Filippine: partenza da Cadice dove la nave avrebbe fatto ritorno dopo aver circumnavigato il mondo. Nel 1788 inizia il progetto di una grande spedizione scientifica finanziata dal governo spagnolo, che parte concretamente nel luglio del 1789 da Cadice con le corvette “Descubierta” e “Atrevida” che toccheranno le Americhe, l’Asia e l’Oceanica e ritorneranno in Spagna il 21 settembre 1794, dopo aver studiato la flora, la fauna e la geo­grafia dei territori toccati. Accusato tuttavia di cospirazione, rimarrà in carcere per 6 anni nel­la fortezza di San Antòn de la Coruna, prima di subire l’onta dell’esilio. Ritornato in Lunigiana, muore all’età di 56 anni il 10 aprile 1810. Il suo è lo strano destino degli uomini pragmatici, di­sposti a sacrificare la loro esistenza all’avven­tura e alla scoperta di nuovi mondi.

Centro Studi Malaspiniani “A. Malaspina”, 54026 Mulazzo (MS), Tel. 0187/43.97.12.